Giovanni Beltrami (Cremona, 1779-1854)
1832
topazio bianco inciso
Cremona, Museo Civico Ala Ponzone
La Tenda di Dario è una delle più importanti opere di glittica di Giovanni Beltrami, realizzata nel 1832 su commissione di Bartolomeo Turina di Casalbuttano dal celebre soggetto di Charles Le Brun, Les Reines de Perse aux pieds d’Alexandre (o più semplicemente La tente de Darius), realizzato tra il 1660 e il 1661 a Fontainebleau su richiesta di Luigi XIV e in seguito trasferito a Versailles, dove ancora oggi si trova (Salon de Mars). Beltrami doveva conoscere il soggetto attraverso una delle numerose traduzioni grafiche di noti incisori quali Sébastien Leclerc (1637-1714), Gérard Edelinck (1640-1707), Valentin Lefebre (1642-1680 ca.), Audran Benoît (1661-1721), Louis Crépy (1680-1739); Jean-Jacques Avril (1744-1831). Considerata la indispensabile necessità di semplificare gli elementi figurativi è tuttavia impossibile ipotizzare quale fosse la sua fonte con precisione.
Fondata sulla storiografia antica (Plutarco, Quinto Curzio) ma anche suggestionata dal contemporaneo teatro francese (Claude Boyer, Porus ou la Générosité d’Alexandre, 1648; Morel, Timoclée ou la Générosité d’Alexandre, 1658), la scena rappresenta un episodio seguito alla battaglia di Isso, allorché Alessandro Magno prende possesso della tenda reale persiana. Al fine di implorare clemenza per la sua famiglia, la madre di Dario si getta ai piedi di Efestione, amico e generale di Alessandro, scambiandolo per il re macedone. Chiarito l’equivoco Alessandro annuncia ai supplici che Dario è in fuga e manifesta la sua clemenza permettendo ai vinti di seppellire i loro morti.
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