Giuseppe Diotti (Casalmaggiore, 1779 – 1846)
1834
carboncino, sfumino e biacca su carta intelata, 2470 x 4360 mm
Casalmaggiore, Museo Diotti, sala 5, I piano. Dal 2012 deposito dall’Accademia Carrara di Bergamo, cui pervenne come dono dell’Autore, inv. n. D102
La Consegna della chiavi a San Pietro è l’ultimo dei quattro cartoni realizzati da Giuseppe Diotti (e in seguito donati ed esposti nelle aule dell’Accademia di Belle Arti di Bergamo) per i rispettivi affreschi realizzati fra il 1830 e il 1834 con la collaborazione di alcuni suoi allievi, nel presbiterio della Cattedrale di Cremona, commissione che corona un momento particolarmente fortunato nella carriera del pittore, salutato da una parte della critica come il rinnovatore della tradizione italiana della pittura a buon fresco. Per la concezione dell’opera, Diotti, che si era lui stesso proposto alla Fabbriceria già nel 1827, poté avvalersi, oltre che delle indicazioni del suo committente, il sacerdote e arciprete della cattedrale don Luigi Manna, anche della consulenza dell’amico don Ferrante Aporti, noto pedagogo e fondatore degli asili, nonché collezionista. I tempi di lavorazione del cartone, pensato già nel mese di febbraio e terminato nel giugno 1834 (la pittura murale, come di consueto, venne portata a termine in cinquantasette giorni nel corso della pausa estiva, libera dall’insegnamento) sono documentati dal carteggio con l’amico Giovanni Germani, suo futuro biografo.
Come gli altri tre grandi disegni raffiguranti l’Apparizione degli angeli agli apostoli dopo l’Ascensione, l’Incredulità di san Tommaso e la Benedizione dei fanciulli, anche in questo caso si tratta di un cartone di presentazione, in cui il disegno delle figure, il chiaroscuro e i lumi sono portati ad un alto grado di definizione. Dopo essere stato ricalcato per ottenere un secondo cartone da utilizzare ed utilizzato in cantiere, esso venne destinato alla scuola, divenendo modello dimostrativo del metodo di lavoro e dello stile del maestro.
Qui il lavoro dell’artista è essenzialmente concentrato sullo studio dei panneggi e delle teste, secondo una collaudata gamma di pose, fisionomie ed espressioni esemplata sulle opere di Raffaello e di Poussin, ma declinata in uno stile più classico e severo.
In particolare si può notare che la testa reclinata di profilo di san Giovanni appare quasi calcata sulla medesima figura presente nella Trasfigurazione, opera studiata verosimilmente sulle stampe – di Morghen e di Folo (da Camuccini) che furono una “scuola” per più generazioni di artisti – dal momento che l’originale di Raffaello, quando Diotti studiava a Roma, si trovava ancora al Louvre.
Date le sue vaste dimensioni, il cartone è costituito da una serie di fogli di carta incollati fra di loro. Poiché il restauro ha comportato lo smontaggio di alcuni fogli, il loro riassemblaggio ha evidenziato qualche difficoltà nel momento in cui si dovevano far combaciare le parti divise di alcune teste. Sono da notare in particolare, nella testa di san Giovanni, i punti di aggancio di mento e capelli, con la relativa sfasatura “aggiustata”.
Mangili 1995
Renzo Mangili, La presenza a Bergamo di Giuseppe Diotti, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Il Settecento V. Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo, Bergamo, Edizioni Bolis, 1995, pp. 490-491, 518-521
Mangili 2001
Renzo Mangili, Per concludere, il «classico stile» del «sommo» Diotti, ne La Cattedrale di Cremona. Affreschi e sculture, a cura di Alessandro Tomei, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2001, pp. 175-189 [consultabile presso la Biblioteca Civica A.E.Mortara].
Ronda – Zanacchi 2013
Roberta Ronda, Luisa Zanacchi, Museo Diotti, Guida creativa alle raccolte d’arte, Casalmaggiore, Biblioteca A. E. Mortara, 2013, pp. 57-59 [consultabile presso il Museo Diotti o la Biblioteca Civica A. E. Mortara].
Marubbi 2017
Mario Marubbi, I grandi affreschi cremonesi, in Giuseppe Diotti. Un protagonista dell’Ottocento in Lombardia, a cura di Valter Rosa, catalogo della mostra (Casalmaggiore, Museo Diotti, 27 ottobre 2017 – 28 gennaio 2018), Casalmaggiore, Biblioteca A. E. Mortara, 2017, pp.133-153 [consultabile presso il Museo Diotti o la Biblioteca Civica A. E. Mortara].
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