Lorenzo Bartolini (Savignano di Prato, 1777 – Firenze, 1850)
1834-1835
marmo, 93 x 43 x 61 cm
Museo Poldi Pezzoli, Sala Nera, inv.1117
La scultura fu commissionata a Bartolini da Rosa Trivulzio (1800-1859), madre di Gian Giacomo Poldi Pezzoli.
Rimasta vedova nel 1833 di Giuseppe Poldi Pezzoli, la nobildonna milanese Rosa Trivulzio fu sollecitata dall’amico Paolo Toschi, incisore parmense, a commissionare un’opera in memoria del marito al grande scultore fiorentino Lorenzo Bartolini.
Come sappiamo dalla corrispondenza intercorsa tra gli artisti, già a marzo del 1834 era pronto in modello in creta, da cui venne tratto il gesso preparatorio, oggi conservato al Museo Pretorio di Prato.
E’ un letterato amico di Paolo Toschi e Rosina, e insieme grande sostenitore di Bartolini, Pietro Giordani, a narraci nel dettaglio la genesi dell’opera nello scritto La Fiducia in Dio risalente al 1837.
Il letterato suggerì che il monumento avrebbe dovuto esprimere l’abbandono nella fede dopo il lutto educando alla pietà famigliare e al sentimento del bello. Fonte di ispirazione poteva essere Dante: l’immagine delle anime purganti inginocchiate e in preghiera del X canto del Purgatorio della Divina commedia.
Bartolini riuscì a fissare sul marmo la spontaneità della posa della modella, una giovane figura nuda di incantevole bellezza, colta mentre si riposava tra una seduta e l’altra, con le mani giunte e lo sguardo rivolto verso l’alto.
Attentissimo fu lo studio naturalistico, espressione perfetta di quel “bello naturale” cui aspirava l’artista.
Esposta prima a Parma (1836) e poi a Milano (1837), per l’alta qualità della lavorazione del marmo, unita al valore etico e religioso del soggetto, l’opera ottenne elogi incondizionati da parte della critica. Secondo una consuetudine dell’epoca, che prevedeva di celebrare le nuove opere di arte contemporanea tramite la poesia, le furono dedicati alcuni sonetti, fra i quali quello del poeta Giuseppe Giusti.
Il successo della scultura fece sì che allo scultore vennero richieste parecchie repliche, tra cui nel 1858 una per gli Juspurov ora all’Ermitage.
Un’ adolescente, nuda, siede con le mani giunte quietamente appoggiate sulle ginocchia e volge lo sguardo verso l’alto con un’espressione di intima e intensa devozione.
Incredibile è la capacità anatomica, enfatizzata dalla perfetta levigazione del marmo, dalla modellazione delle ginocchia alle dita rilassate sui palmi giunti, dalla piega del collo che sottolinea il peso della testa, al ciuffo scomposto che esce dalla pettinatura raccolta, alle fossette nella zona del bacino.
Quasi sulla stessa posa si era cimentato vent’anni prima il grandissimo Antonio Canova, creando la Maddalena (1808), questa più aperta e sciolta rispetto a quella chiusa e nitida nei volumi di Bartolini.
Negli anni ‘40 essa infine ispira il giovane Vincenzo Vela (Ligornetto-Mendrisio, 3 maggio 1820 – Mendrisio, 3 ottobre 1891) che ci dà una nuova versione di una giovane inginocchiata in preghiera nella sua Preghiera del Mattino (1846, oggi al Museo del Risorgimento di Milano)
Nel 1836 Paolo Toschi e Pietro Sottili riprodussero in incisione la statua, compreso il piedestallo (oggi perduto). Il basamento originale, girevole per poter ammirare facilmente ogni dettaglio, era decorato con gli stemmi Poldi Pezzoli e Trivulzio e recava l’epigrafe dettata dal Giordani: “La fece Lorenzo Bartolini a me Rosa Trivulzio vedova Poldi, dacché solo in Dio, protettore e consolatore unico non manchevole, posi fiducia”.
Spesso a scuola e nella vita ci troviamo di fronte e testi e linguaggi che sembrano molto distanti da noi, dal nostro modo di parlare e di comprendere. Ma ogni cosa che si trovi a una grande distanza da noi necessita un po’ più di tempo per essere raggiunta. Proviamo allora a farlo insieme.
Premessa
La creatività libera è una fase importante della crescita che permette di scoprire noi stessi e il mondo. Ma cosa succede quando la creatività deve seguire delle regole? Lo sanno bene le artiste e gli artisti, che dovevano coniugare le loro idee con strumenti, materiali, gusti e richieste della committenza. Così anche oggi la scuola e il mondo del lavoro ci chiedono di usare la nostra creatività per inventare qualcosa o per trovare soluzioni alternative a un problema, ma anche in questo caso ci sono regole a cui attenersi. Proviamo con un compito di immedesimazione ad accompagnare i bambini e le bambine verso la scoperta di come esprimere la propria personalità e le proprie esperienze accettando la sfida di riuscire a farlo rispettando alcune rigide consegne.
Descrizione
Durante una gita scolastica visitate il Museo Poldi Pezzoli e tutti notate una bellissima statua che rappresenta una giovane donna inginocchiata, con le mani giunte e la testa e lo sguardo rivolte verso l’alto. La statua è bianca e candida perché è di marmo, un materiale molto usato dagli scultori del passato, specialmente nell’Ottocento, epoca in cui lo scultore realizza l’opera. Ti colpisce il fatto che quel marmo sembra pelle, che la figura è bellissima ma sembra anche molto vera, o meglio naturale: i piedi incrociati dietro, i capelli raccolti, le pieghe del collo. Ma proprio in quel momento arriva il custode, è ora di chiudere e la tua classe deve uscire. Non fai in tempo a leggere la didascalia e andate via senza sapere il titolo dell’opera e cosa rappresenta. Non ti resta che inventarlo, per poter dare un nome e una storia a un oggetto che ti ha colpito così tanto, perché le parole quando si uniscono alle immagini diventano un ricordo.
Materiale
Svolgimento
OBIETTIVI
Imparare a verbalizzare ciò che vediamo in forma sintetica, spingendoci a cercare con pazienza le parole giuste
COMPETENZE
Sviluppare la capacità di scrittura creativa, di osservazione, di verbalizzazione, di sintesi, di immaginazione, di immedesimazione. Sviluppare forme di creatività che rispettino parametri richiesti.
Premessa
Spesso a scuola e nella vita ci troviamo di fronte e testi e linguaggi che sembrano molto distanti da noi, dal nostro modo di parlare e di comprendere. Automaticamente questi testi passano nella categoria di noiosi, vecchi, difficili. Ma ogni cosa che si trovi a una grande distanza da noi necessita un po’ più di tempo per essere raggiunta. Proviamo allora a prenderci un po’ di tempo per avvicinarci a un testo complesso nella forma e nel linguaggio oltre che nel tema, facendoci aiutare da un’opera d’arte.
Descrizione dell’attività
È il tuo momento di farti notare, l’editore per cui lavori come illustratore/illustratrice decide di pubblicare un libro di poesie che descrivano antiche opere d’arte. A te tocca un sonetto incomprensibile, scritto da un tale Giuseppe Giusti nell’Ottocento. Descrive una scultura che è conservata al Museo Poldi Pezzoli. Decidi di non leggere nemmeno e di andare direttamente su internet a cercare una foto della statua per copiarla. Ma improvvisamente vi avvisano che l’ufficio rimane senza connessione per l’intera giornata a causa di un guasto in zona. Nemmeno il tuo telefono riesce a collegarsi e non puoi assentarti dall’ufficio. L’illustrazione deve essere consegnata a fine giornata. Cosa puoi fare? Non ti resta che leggere la poesia, chiudere gli occhi, immaginare e provare a disegnare.
Materiale
Svolgimento
OBIETTIVI
Confrontarsi con un testo di difficile comprensione.
Potenziare la capacità di immaginazione e di traduzione grafica di una idea. Potenziare la capacità di immaginazione e la creatività.
COMPETENZE
Lettura, analisi e comprensione di un testo poetico, arricchimento del lessico, sviluppo delle capacità grafiche, sviluppo della capacità di associare parole e immagini, sviluppo delle capacità di immedesimazione.
Premessa
Ogni informazione fornita da un museo viene verificata e argomentata. Per poter raccontare la storia di un luogo, di un oggetto, di un artista, di un collezionista ci basiamo su studi accurati che vedono ogni studiosa e ogni studioso nei panni di un detective che indaga su fatti ed eventi di un passato spesso lontano. Si tratta di enigmi apparentemente irrisolvibili, quelli che nelle serie Tv chiamano Cold Case, casi irrisolti e ormai lontani nel tempo. Per farlo, non potendo contare su testimoni oculari, ci si basa sulle “fonti”: documenti scritti, visivi e materiali che aiutano a ricostruire la storia.
Descrizione dell’attività
È il tuo primo giorno di lavoro in un Museo! Era il tuo sogno e finalmente puoi lavorare con le opere d’arte. Pensi che te ne porteranno una da analizzare, una tutta per te, che potrai osservare e toccare, guardare da vicino, magari scoprirne l’autore. Invece no! Ti spediscono in archivio e ti chiedono di fare ricerca su quest’opera La fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini, una delle più amate dal pubblico e una delle più importanti della collezione! Ma come? A cosa serve leggere delle carte! Tu volevi stare a contatto con le opere! Scoprire cose nuove! Ma è il primo giorno e quindi ti armi di buona volontà e ti metti al lavoro. Ti forniscono una vecchia scheda che parla dell’opera e ti consegnano una scatola con una serie di documenti. Le famose “fonti”; fotografie, lettere, poesie, disegni, incisioni, descrizioni antiche dell’opera. Devi verificare che la scheda sia corretta incrociando e confrontando ciò che c’è scritto con le fonti in tuo possesso. Al Lavoro!
Materiale
Svolgimento
OBIETTIVI
Interrogare testi e immagini in maniera critica e dimostrare che la verifica delle informazioni attraverso il confronto delle fonti è parte integrante dello studio. Immergersi nei panni di un detective del passato per sviluppare le capacità logiche, di comprensione del testo, di argomentazione e l’immaginazione.
COMPETENZE
Lettura analisi e comprensione di un testo scientifico, verifica delle informazioni attraverso il confronto con fonti di diversa natura, acquisizione di un lessico specifico, sviluppo delle capacità logiche, sviluppo delle capacità di immedesimazione, sviluppo della capacità di argomentazione.
Pietro Giordani, La fiducia in Dio scolpita da Lorenzo Bartolini, 1836, in Opere di Pietro Giordani. Scritti e opere postume, volume V, 1857.
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